mercoledì 7 novembre 2007

Attività fisica ed Osteoporosi.

L’osteoporosi è una riduzione della massa ossea, trasecolare e corticale, diffusa o localizzata che deriva da uno squilibrio tra il riassorbimento e la neoformazione ossea; i fattori regolatori sono sistemici (ormoni, ioni, vitamina D, farmaci) e locali (sollecitazioni meccaniche).

Dopo la menopausa 1/3 delle donne è affetta da osteoporosi.

I fattori di rischio noti, sono l'età, il sesso femminile, la menopau­sa precoce e la magrezza, tutti strettamente legati alle variazioni dei livelli ormonali.

Un altro importante fattore di rischio è rappresentato dalla sedentarietà, in relazione alla mancata stimolazione dell'osso tra­mite la sollecitazione prodotta dal movimento.

Inoltre anche il fumo ed il con­sumo di alcool costituiscono un fattore di rischio per l'osteoporosi.

Ricordiamoci che l'osteoporosi diventa sintomatica soltanto quando insorge una frattura (l'osso portico infatti è più fragile ed un impatto anche ridotto può provocare una frattura). Come avviene a livel­lo dei corpi vertebrali, a rarefazione dell'osso trabecolare ne favorisce il collasso con microfratture e deformità a cuneo o a vertebra di pesce.

Ma vediamo come l’attività fisica promuove la rimineralizzazione ossea.

Lo stress meccanico provocato da tale attività (tensione e pressione esercitate dai muscoli sullo scheletro) promuovono l'attivazione degli osteoblasti (cellule responsabili della deposizione di tessuto osseo) e contrastano così la perdita di massa ossea. Più in dettaglio, a seguito della compressione e decompressione dei cristalli ossei secondaria al movimento, le superfici stesse dei cristalli si elettrizzano producendo correnti, che costituiscono un potente stimolo all'attività osteoblastica.

È pertanto univeralmente accettato che una attività fisica volta ad incrementare il carico meccanico sullo scheletro previene e ritarda la progressione della perdita di massa ossea anche in età avanzata. Inoltre alcuni dati suggeriscono che il miglioramento dell'equilibrio e l'aumento della massa muscolare che si verificano tramite un esercizio appropriato costituiscano ulteriori fattori di protezione riguardo al rischio di frat­ture patologiche a seguito di cadute.

Oltre alla classica indicazione di esercizio aerobico condotto sotto carico (attività di cammino, esercizi in estensione), recenti studi sem­brano indicare che soprattutto un potenziamento muscolare (allenamento con i pesi) ha una indicazione specifica, comportando un maggior impatto sulla densità ossea (aumenta). È altresì dimostrato che gli effetti positivi dell'attività fisica si mantengono solo se questa si mantiene costante nel tempo, frutto di una modificazione dello stile di vita del soggetto che diventa attivo.

In caso di frattura, l'attività fisica previene le complicanze legate alla immobilzzazione. Una volta consolidata la frattura, il soggetto verrà gui­dato nello svezzamento dal busto e negli esercizi di tonificazione muscolare e di postura, che consentano il massimo recupero funzio­nale.

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